I Buondì a casa nostra
Quanto amo i lievitati è inspiegabile, una travolgente passione che dura imperterrita negli anni e negli anni tanti maestri, tanto studio, tanta tecnica, tanti corsi e tanti errori e soprattutto tanta voglia di imparare e di mettermi sempre alla prova
.
Per me una tecnica o un lievito o un metodo non sono per sempre, sono sempre in stadio evolutivo pronta a modificare e cambiare per trovare qualcosa di nuovo e di più allettante.
Inoltre mi piace curiosare e leggere e sbirciare nei blog delle colleghe e delle amiche, di coglier quello che c’è di buono nei gruppi di cucina non solo per scovare le ricette , ma come metodo e per trovare una mia strada.
Mi piace dedicarmi alle grandi cose ed anche alle piccole cose come questi buondì che definire nuvole è poco.
Causa glassa congelata di avanzo alla colomba, come potevo usarla se non preparando dei buondi’?
E’ un sillogismo, parli di glassa e pensi al buondì, la merenda dei mie tempi, una delle prime merendine sul mercato che indubbiamente ha segnato un'epoca nell’infanzia della mia generazione cresciuta a pane , burro e marmellata e poche altre cose .
Il buondì nella mente di Angelo Motta doveva essere un prodotto continuativo dei panettoni per non rimanere fermi e sfruttare la stessa linea di produzione e così nacquero queste piccole merendine soffici che ricordano i grandi lievitati ,ma senza uvetta, canditi, per essere più graditi ai bambini ed avere una diversa connotazione di mercato. Buondì voleva proprio essere d’auspicio agli italiani del dopo guerra perchè con il sorriso e la dolcezza potessero cominciare la loro giornata.
Anche se la merendina nacque nel 1953 la diffusione non era certo quella dei nostri giorni e del nostro consumismo e veniva acquistata come occasione speciale non di certo per la quotidianità , infatti il Buondì in casa con quell’involucro azzurro e con il suo tipico profumo credo rimane nell’immaginario dei bambini degli anni 60.
Scusate i miei voli temporali, ma di fronte ad una merendina del genere non posso rimanere indifferente o classificarla genericamente tra le merendine perchè ed é la merendina per eccellenza io ero proprio una di quelle bambine che cominciarono con venti lire a preferire il buondì al maritozzo tipico delle merende scolastiche ed anche se non saziava, ti stordiva con quel suo gusto industriale e centellinato e quella glassa con granella che faceva impazzire.
Buoni, buonissimi questi miei buondì con ingredienti genuini, il gusto dell’agrume nell’impasto, il sentore delle mandorle nella glassa croccante sono veramente da provare!
La ricetta non è farina del mio sacco, ma dopo aver a lungo cercato e soppesato , la scelta è caduta su questi buondì di “Un condominio in cucina “ che ringrazio per la felice intuizione e proposta.
Ora son io a proporli voi e ricordarte di taggarmi sui social per farmi sapere se li avete apprezzati e quanto vi sono piaciuti.
Io ho realizzato la versione con licoli, quindi lievitazione lunga e non per tutti, quindi riporto quella con poolisch per esperienza indiretta sicura che saranno altrettanto buoni!
Ora vi auguro Buondì per oggi, domani e sempre e noi, che ancora non siamo ancora neanche reduci dalla guerra contro il covid e di sorrisi ne abbiamo bisogno per affrontare ancora i tanti giorni a venire , ma guardando sempre avanti con ottimismo pensando ad una nuova rinascita ed a tanti buondì.