I bignè o choux perfetti di Montersino, quello che i libri non dicono
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L’origine della pasta choux risale addirittura all’epoca rinascimentale ed è strettamente legata al nome di Caterina de’ Medici.
Il suo primo creatore fu il capo pasticcere mediceo Penterelli.
Quando però la donna, nonché futura regina, sposò Enrico II di Francia, portò con sé il suo chef dall’Italia, affinché potesse mantenere le sue abitudini culinarie anche oltralpe.
Lo chef si chiamava Popelini ed è lui che ha perfezionato la ricetta ed eseguito il primo profiteroles della storia, nel 1540 con i famosi choux o come invece li chiamiamo noi in italia bignè.
Choux in francese significa cavolo ed ai bignè venne dato questo nome proprio per la loro forma, anche se oggi a nessuno di noi viene in mente l’ortaggio nel sentir pronunciare questa parola francese che evoca ben altri goduriosi pensieri.
Cambiano le ricette, cambiano i maestri, piccole differenze fanno la sostanza.
Se è noto che la pasticceria è perfezione e non si può andare a braccio, come invece accade in cucina, ci sono ricette in particolare modo che richiedono pignoleria nell’esecuzione, nelle pesate e nell’osservazione degli impasti.
Spesso gli autori danno per scontato che tutti sappiano e le ricette sono scarne di suggerimenti soprattutto per i principianti o per chi trova delle difficolta che ho cercato di chiarire in ricetta per una facile esecuzione dei bignè.
Il bignè deve essere tondeggiante, dorato e perfettamente vuoto dentro, asciutto e leggero venendo a mancare uno di questi requisiti purtroppo abbiamo ancora da lavorarci su!
Io vi lascio la ricetta del grande maestro e qualche accorgimento che spero vi possa aiutare